Carnevale 2019? Mancano pochi giorni alla sua fine (purtroppo). Il Carnevale da sempre è un’occasione per riprendere i festeggiamenti lasciati con l’Epifania e un ottimo pretesto per fare il pieno di zuccheri. Durante questo periodo non si può di certo fare a meno delle famose e buonissime frappe, bugie o “chiacchiere” (che variano il loro nome a seconda della regione di provenienza).
Ma conosciamo la loro storia…
L’origine delle “Chiacchiere” è molto antica, risalgono infatti a quando nell’antica Roma si celebravano i Saturnali, una festa molto simile al Carnevale odierno. Durante questo periodo di feste popolari e banchetti, uno dei simboli d’eccesso erano le frictilia, dolci fritti nel grasso di maiale, distribuiti alla folla fra le strade della città. Apicio, uno dei più raffinati buongustai dei tempi antichi, descriveva così la preparazione delle chiacchiere nel suo “De re coquinaria”:
Frittelle a base di uova e farina di farro, tagliate a bocconcini, fritte nello strutto e poi tuffate nel miele
L’impasto delle chiacchiere è a base di farina, zucchero, burro e uova. C’è poi chi aggiunge, in base alle usanze regionali, del Marsala, chi del vino bianco, chi del Vin Santo, chi ancora della grappa.
E come riconoscerle?
Sottili o un po’ più corpose, le chiacchiere di Carnevale non possono non avere che le bolle, segno che la sfoglia è stata tirata a dovere e la frittura è stata fatta a regola d’arte.
In conclusione, se ti sta salendo la fame, scopri chi produce queste fantastiche golosità in Romagna –>