Il Carnevale è quella festa antecedente il lungo periodo di astinenza e digiuno della Quaresima (il nome deriva dall’espressione latina carnem levare «toglier la carne»). Una festa in cui la fanno da padrone specialità dolci che la tradizione vuole rigorosamente fritte. Perchè tutto fritto? Perchè vi era una necessità di preparare in poco tempo i dolci per offrirli a tante più persone possibili ed a costi contenuti.

Castagnole, tagliatelle fritte, sfrappole, zeppole, tortelloni dolci e le frittelle di riso accompagnano questo periodo di festa tra carri allegorici, stelle filanti e coriandoli.

Tra le ricette più famose spiccano le Castagnole dell’Artusi.

Questo piatto particolare alle Romagne, specialmente di carnevale, è, a dir vero, di genere non troppo fine, ma può piacere. Intridete sulla spianatoia una pasta soda con farina, due uova, una cucchiaiata di fumetto, odore di scorza di limone e sale quanto basta. Lavoratela molto e con forza colle mani come fareste del pane comune, facendole a poco per volta assorbire una cucchiaiata di olio fine. Per ultimo tiratela a bastoncini, tagliateli a pezzetti del volume di una noce e gettateli subito in padella a lento fuoco dimenandola continuamente. Cotte che siano le castagnole, spolverizzatele di zucchero a velo e servitele diaccie; ché sono migliori che calde. Se invece di fumetto vi servirete di cognac o di acquavite, il che sembra lo stesso, vi prevengo che non otterrete il medesimo effetto e che rigonfieranno poco.

Questa la ricetta di Pellegrino Artusi tratta da La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene.

Buon Carnevale a tutti, scoprendo chi produce queste fantastiche golosità in Romagna –>